Test anche in inglese per iscriversi a Medicina.

Test di medicina anche in Inglese per gli studenti stranieri. Non tolgono posti agli italiani, ma sono semplicemente dei posti in più offerti solo da 3 facoltà d'Italia in cui sono previsti interi percorsi di studio in lingua inglese (lezioni ed esami). Già attivi da Settembre, potrebbero diventare un opportunità in più per gli studenti italiani che rimasti fuori con i normali test in italiano, potrebbero ripiegare su quelli in inglese? 

I test di Medicina saranno anche in Inglese per permettere agli studenti stranieri di competere alla pari con quelli italiani. A settembre, per la prima volta, i test d’ingresso per la facoltà di Medicina si dovrebbero tenere anche a Londra. Una prova in inglese che servirà ad iscriversi ai corsi di laurea, sempre in inglese, offerti dalla Statale di Milano, dalla Sapienza di Roma e da Pavia. 

In Italia, le facoltà in cui tutte le materie e gli esami vengono effettuati in lingua inglese non sono una novità. Ma mentre prima il test d'ingresso era sempre e comunque pensato solo in italiano e per gli italiani, da settembre oltre che il primo test effettuato a Londra per accedere alle nostre facoltà, le prove in inglese saranno fatte anche in Italia per la Sapienza di Roma, con 30 posti disponibili, la Statale di Milano (50) e Pavia, l’università più piccola partita prima degli altri. 

Numeri che, naturalmente, si aggiungono a quelli disponibili per i normali corsi in italiano. «In questo modo puntiamo ad internazionalizzare le nostre università» dice il ministro Mariastella Gelmini. E questo è un problema antico: negli atenei italiani gli studenti stranieri sono soltanto l’1,9%del totale. Sotto la media Ocse (3,4%) e quattro volte meno di Paesi come Francia e Germania che pescheranno all’estero anche per la loro storia coloniale ma sono pur sempre i vicini con cui fare i conti. Pavia, Milano e Roma dunque: perché queste tre università hanno scelto la strada dell’inglese integrale? «Se gli atenei italiani pagano un prezzo nelle classifiche internazionali — dice il rettore di Pavia, Angiolino Stella — è anche perché attiriamo pochi studenti da fuori. E invece così si aiuta la ricerca e diventa più facile trovare un lavoro» . Non è un caso se dalla sua università molti neolaureati partono per l’Inghilterra e la Svezia dove lavorano subito in ospedale. «Il sistema — prevede il rettore della Statale di Milano, Enrico Decleva— potrebbe essere esteso anche ad altre facoltà. Non possiamo certo competere con gli Stati Uniti, dove gli stranieri sono il 20%, ma dobbiamo fare di più» . Una linea condivisa dalla Sapienza di Roma, dove però il rettore Luigi Frati ha qualche dubbio sul futuro: «Aprire agli stranieri è fondamentale ma con i tagli ai finanziamenti già fatichiamo a coprire le cattedre dei corsi normali. Non sarà mica semplice tenere pure i corsi in inglese» . 

I test in inglese non saranno la semplice traduzione di quelli in italiano. Saranno diversi, con domande tagliate su un percorso scolastico «neutro» . Milano e Pavia potrebbero farli insieme, con sede unica a Milano. Resta da decidere se fissarli nello stesso giorno di quelli in italiano oppure no. E non è un dettaglio tecnico. Alcuni pensano che, scegliendo due date diverse, il corso in inglese potrebbe diventare non un’opportunità per gli stranieri ma un ripiego per gli italiani bocciati ai test per le facoltà «normali» . Non la pensa così il professor Gianluca Vago, coordinatore del corso di Medicina in inglese alla Statale di Milano: «Per un ragazzo italiano è una strada più difficile, chi la sceglie deve essere motivato. E poi aspetterei, siamo ancora ai primi passi» .

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