Wunderkammer barocca - In libreria il romanzo del prof. Mario Alberghina

Sono lieto di presentare ai lettori un’altra opera del prof. Mario Alberghina, che torna alla forma-romanzo della storia siciliana in un modo ancora più fantasioso e profondo. Dietro al canovaccio del racconto si nasconde un lungo studio di ricerca storica sul Seicento isolano, che tocca aspetti scientifici, politici e di costume, in un intreccio denso e felicemente espressivo. Un rivestimento letterario, colto, raffinato e seducente completa il libro, che descrive il percorso delle avventure e delle frequentazioni scientifiche di un argentiere messinese, osservatore ordinario, sul finire del secolo XVII, di conquiste scientifiche e di una rivoluzione antispagnola, e di controversie religiose all’inizio del secolo successivo. Come amico e collega dell’autore, condivido la necessità e il piacere di descrivere e spiegare ai distratti di oggi le “meraviglie” siciliane, coltivate dai sapienti naturalisti di tempi passati.

Francesco Basile
Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Catania


Filo conduttore del romanzo è la storia di un uomo, Francisco De Muni, apprezzato artigiano dell’argento, contrabbandiere, rivoluzionario, sfortunato schiavo di corsari, meravigliato frequentatore di scienziati, osservatore del mondo naturale, aperto e gaio di carattere, tenero amante dell’arte. Egli è testimone, e talvolta protagonista marginale, di eventi traumatici della storia siciliana che spaziano dalla rivolta messinese del 1674, infelice nell’esito, alle ripercussioni della guerra di successione spagnola nel viceregno. La riverenza duratura verso il suo maestro di vita, Agostino Scilla, pittore e naturalista, lo porta ad essere informato spettatore delle conquiste del pensiero scientifico di fine Seicento, siglo de la maravilla (il trionfo della botanica pre-linneiana, la nascita della paleontologia, la confutazione della biologia vitalistica). L’arco della sua lunga esistenza tocca, agli estremi, luoghi di un’isola vinta che sembra possedere due capitali in antitesi, Messina e Palermo, in un contesto storico reale e dinamico, partendo dall’irrequieta e autonomista città dello Stretto in disgrazia e concludendosi nella rivale d’occidente in ascesa, flemmatica e “realista”. Francisco è immerso dentro una folla di personaggi storici, alcuni disegnati in modo immacolato e realistico al meglio delle conoscenze, altri presi a prestito dalla storia e rivestiti di abiti di fantasia dall’autore: documenti reali saldati all’immaginazione. Lo sfondo dell’ultimo atto della vita avventurosa di Francisco, coreuta indigeno di una rivolta laica e antieroe senza mito, è l’insana controversia giurisdizionale fra Stato e Chiesa, una “rivolta delle berrette viola”, che esplode nella Sicilia ispano-borbonica, quasi a tormentarla, se mai tormenti non mancassero, e si prolunga nel breve periodo piemontese del primo Settecento.

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